Posts written by BODRI86

13 febbraio ore 11,30
Proseguono i lavori di consolidamento della parete
strada aperta a senso unico alternato

complimenti cugino!

Si è svolta a Premosello Chiovenda, domenica 4 febbraio, la
festa degli edili. Una rappresentanza del comune di Calasca,
con il sindaco Silvia Tipaldi e il gagliardetto della sezione
degli edili calaschesi, ha partecipato alla giornata, iniziata
con la Messa, con la processione per le vie del paese,
con la statua di San Giulio, protettore degli edili, e
allietata dalle note del Corpo Musicale di Ornavasso
e Gravellona. Giornata terminata con il pranzo al
ristorante Proman.

anche a Ca d' Pera, sopra Villadossola, in un rudere
del XIII secolo si possono vedere i sassi obliqui e
un pannello illustrativo ci segnala che era una
presenza ornamentale e di areazione

Fino alla metà del secolo scorso i forni, i mulini e
i torchi non potevano mancare nei paesi o frazioni
dell'arco alpino. Erano fonte di sostentamento
alimentare per tutte le famiglie che vivevano
lontane dai centri abitati più popolati.
Nella sola Cimamulera erano presenti ben 7
torchi e in tutta la valle Anzasca erano parecchie
decine i forni per la cottura del pane.
Nella via alta, da Domodossola a Villadossola,
una via, chiamata "Il sentiero dei torchi e dei
mulini", sono ancora presenti numerose di
queste opere.
Il nostro tragitto è partito da Villadossola, siamo
saliti alla Noga, al Boschetto (valle Antrona), al
luogo megalitico di Varchignoli e poi lungo traverso
direzione Domodossola, passando da Sogno,
Maianco Inferiore, Tappia, Anzuno, Crosiggia,
e infine al Sacro Monte del Calvario.

Questa festa commemora l'arrivo in paese del Quadro
di Sant'Antonio nel 1669,(posto nella Cappella di destra
dell'omonimo Santuario, dono di Anzinesi emigrati a
Roma), proprio l'ultima domenica di gennaio, ed in
questa occasione ci fu una fioritura di gigli.
Da allora il piccolo paese di Anzino ha sempre
voluto commemorare questa data.

La festa, è proprio, a ricordo di questa fioritura, chiamata
"festa del primo miracolo di Sant'Antonio"
o "domenica del giglio"

Le funzioni religiose sono state celebrate da Padre
Antonio Ramina rettore della Basilica di Sant’Antonio
a Padova e da Padre Giovanni Milani delegato delle
Reliquie (una parte di osso del Santo è stata portata
ad Anzino e ora è conservata nel Santuario ai piedi
del quadro).

Foto di Renato Piffero - Messa mattutina

Funzioni pomeridiane (foto Walter)

traccia gps

https://it.wikiloc.com/percorsi-escursioni...source=14126428

ALLA SCOPERTA DEGLI ALPEGGI DI CIMAMULERA E PIEDIMULERA

Oggi con Walter, della "Valle del Rosa", siamo andati
alla scoperta degli antichi Alpeggi ormai abbandonati,
sono un pezzo di storia del nostro territorio, casolari
ridotti a ruderi, terrazzamenti divorati dalla
vegetazione, opere di regimazione delle acque
trasformati in raccoglitori di foglie secche, un vero
patrimonio costruito con fatica e sudore ,oggi
purtroppo abbandonato e dimenticato .

La nostra escursione ad anello è iniziata in Piazza
Mercato a Piedimulera, risaliti percorrendo il breve
tratto iniziale della mulattiera (Stragranda) per poi
optare per il sentiero nel bosco "La Coloria",
abbiamo raggiunto il borgo di Catarnal, poi la
frazione Pairazzo ,con deviazione per Castigiasco
(Cappella della Pace). Ritornati sui nostri passi
abbiamo raggiunto il borgo di San Giuseppe , e Casa
Lana, da quì percorrendo il vecchio sentiero
(non segnato ma ancora ben visibile) abbiamo
attraversato gli alpeggi di : Sularioi, Bosone
(Busun) , Crùtèia, Ca-Francia (quota max. 674
mt.) , Mopi. Da qui scesi agli alpeggi di Piedimulera :
Alpe Mongelli (Mungei) , La Motta, Cascina Bianca,
e ritorno da Saslero a Piedimulera(percorso 11 Km.)
Va detto che il tracciato non è segnato e poco
identificabile in particolare da Mopi a Mongelli è
vivamente sconsigliato se non si conosce la zona.
Auspichiamo in un prossimo futuro un intervento
con marcatura orizzontale ed un minimo di pulizia
(rimozione alberi caduti e fogliame, vi aggiorneremo).
Una nota meritevole di citazione, all'alpe di Mopi,
particolarmente spazioso e pianeggiante è presente,
un piccolo "campo da calcio" ancora ben visibile e
molti dei meno giovani ricorderanno di averci giocato
salendo da Cimamulera fino a Mopi.
A voi la documentazione fotografica e la traccia ,
rinnovando la raccomandazione di non avventurarsi
se non conoscete bene questo territorio, in attesa
di aggiornamenti. Grazie

Immagini di Paoletta della funzione mattutina

Tradizionale festa di Sant'Antonio, particolarmente sentita,
essendo un Santo molto venerato dai Calaschesi.
Momenti particolarmente attesi sono la distribuzione del
pane, l'incanto delle offerte, e l'entrata nella Cattedrale
tra i boschi dei frati e fratini (una trentina), carichi di
doni che i fedeli offrono al Santo.
Grande coinvolgimento da parte dei Calaschesi nel donare
a Sant’Antonio Abate prodotti nostrani quali ortaggi, patate
e fagioli, animali di piccola taglia, formaggi e ricotte, miele
e uova, castagne e noci e quant’altro la terra produce.
Nel pomeriggio la statua del Santo è stata portata in
processione dai paesani rigorosamente vestiti con il saio
e accompagnati dalle note della Premiato Corpo
Musicale di Bannio. Presenti alla festa l'amministrazione
comunale con il sindaco Silvia Tipaldi, il gruppo Alpini
che come da tradizione ha preparato bevande calde
e panettone per tutti.

noi dell'ass. la valle del Rosa possiamo solo informare
di quanto accade in valle, sulla strada e sui sentieri.
Per quanto riguarda la messa in sicurezza della strada
ci sono organi preposti per questo tipo di informazioni.

Don Giuseppe Rossi è stato dichiarato beato.
“Sono particolarmente felice di poter condividere la gioia di
tutta la nostra Chiesa novarese, che ora può venerare
come martire don Giuseppe Rossi, umile prete, esemplare
per la vita di preghiera e per il generoso servizio alla sua
gente. Egli è stato l’Icona di un parroco martire, che si
è speso sino alla fine, testimonianza di fedeltà e dedizione
sacerdotale al bene della propria comunità, con la quale
ha saputo condividere tutto."
Così dichiarava mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo
di Novara, alla notizia della beatificazione di don
Giuseppe Rossi nel dicembre scorso.
Domenica alle 16 nella Chiesa di Castiglione, alla
presenza di tutti i sindaci di valle e del primo cittadino
di Varallo Pombia, paese natale di Don Rossi, e
numerosi presenti, è stata celebrata una Messa
e nell'omelia il vescovo ha illustrato la figura del
martire e le prossime iniziative per le celebrazioni
dell'evento, il primo in tutta l'Ossola.

San Meinrado, un santo che forse pochi conoscono
ma che a Vigino ha una cappella votiva a lui dedicata.

Il 21 gennaio 861, due ladri uccisero brutalmente un
anziano monaco benedettino che viveva da decenni
come eremita nella Foresta Nera svizzera. Il monaco,
Meinrado, aveva offerto ai due ladri cibo e rifugio,
pur avendo avuto una premonizione sul fatto che
avevano intenzione di ucciderlo.
Il piccolo eremo di San Meinrado – ora onorato come
il «Martire dell’Ospitalità» – è diventato un luogo di
pellegrinaggio e casa di altri eremiti.
Un’abbazia benedettina è stata costruita sul posto nel
934 sotto la cura del primo abate, il beato Eberhard.
Nel corso dei secoli, questa importante e storica
abbazia – l’abbazia di Maria Einsiedeln – ha goduto
di molti privilegi ed è stata la casa di numerosi santi.

Nel 1854, due monaci missionari viaggiarono
dalla Svizzera alle colline dell’Indiana meridionale,
stabilendo un monastero che alla fine sarebbe
diventato l’arciabbazia di San Meinrado. Quei
monaci svizzeri portarono con loro l’immagine
della nota «Madonna nera» che era stata venerata
per secoli nella loro abbazia originaria, introducendo
questa devozione negli Stati Uniti.

L’immagine attuale, annerita da secoli di fumo
di candele e incenso e nota come Nostra Signora
di Einsiedeln, è un riverito simbolo di Maria.

Oggi il Santuario di Maria all’abbazia di Einsiedeln
attira più di 200.000 pellegrini ogni anno e ha la
caratteristica di essere, sia una tappa importante lungo
il Cammino di Santiago, che il terzo santuario mariano
più popolare in Europa.