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UNWASTED PROJECT In mostra a Macugnaga e a Santa Maria Maggiore i gioielli ibridi di Enrica Borghi ed Emanuela Burgener
A Macugnaga e a Santa Maria Maggiore il dialogo creativo a quattro mani tra Enrica Borghi ed Emanuela Burgener. In mostra gioielli ibridi ispirati alla achillea montana (Achillea millefolium), pezzi unici in cui materiali di scarto e pietre preziose si fondono in una specialissima sintesi tra meraviglia e rinascita. A incontrarsi due donne dell’Alta Val d’Ossola, cresciute ai piedi del Monte Rosa, oggi forti di un percorso internazionale. Enrica Borghi è un’artista eclettica che dagli anni ‘90 lavora con plastica e materiali di recupero per trasformare in bellezza ciò che è scarto e figlio della nostra società del consumo. Emanuela Burgener ha fondato Margherita Burgener, brand di alta gioielleria di Valenza, savoir-faire nell’arte orafa tramandato di generazione in generazione. L’idea nasce da un’amicizia di lunga data tra due anime libere e creative, dall’incontro tra arte e artigianato di altissimo livello. Pur provenendo da esperienze professionali molto diverse, Enrica Borghi ed Emanuela Burgener hanno spontaneamente volto lo sguardo nella stessa direzione, indagando la possibilità di trasformare una materia di scarto in un oggetto di valore. Può la plastica destinata alla pattumiera diventare gioiello? Una provocazione riuscita nel lavoro di Enrica Borghi, un cortocircuito che da sempre ruota intorno a due temi essenziali: valore e scarto. Allora cosa succede quando la plastica incontra i materiali di pregio e le pietre preziose di Emanuela Burgener? Accade un cortocircuito ancora più potente, una provocazione che diventa inaspettatamente creazione e meraviglia. Così Enrica Borghi ed Emanuela Burgener: “La sfida è quella di far dialogare due materiali apparentemente lontanissimi tra loro, e di riuscire a creare un insieme dialettico, allo stesso tempo poetico e provocatorio, in cui un banale materiale di rifiuto “partecipa” alla creazione di un gioiello dell’alta oreficeria di Valenza. Cosa ci unisce? Le nostre origini ma anche il desiderio di affrontare un’esperienza che ci porta in zone ancora da esplorare. La sfida di tentare un approccio nuovo e inaspettato, attivando una contaminazione, estetica e concettuale, tra materiali certamente differenti per il loro background ma non così impossibili in una società contemporanea globalizzata e multiforme. Abbiamo scelto un piccolo fiore che cresce in alta montagna e che è presente da sempre nella nostra memoria. L’achillea montana appartiene alla tradizione dalle nostre nonne e dalle nostre madri. È un omaggio alle comunità montane ma anche alla bellezza di questa piccola meraviglia naturale, minuziosa composizione di migliaia di piccoli fiori raggruppati da piccoli steli. È una pianta medicinale, resistente e coraggiosa, che cresce vicino al ghiacciaio e supera le avversità dei freddi invernali. Questo è il nostro gioiello. Un gioiello che contiene la preziosità dei ricordi, della memoria e dei saperi. Un gioiello che nasce da mani che raccontano frammenti di storia. Mani che sanno convertire in modo un po’ alchemico banali pezzi di plastica trovati nel cestino e raccontano, attraverso la poesia di piccoli fiori, il tema della dispersione della plastica nell’ambiente. Nei mari, in alta montagna, nei luoghi che vorremmo ricordare incontaminati. Mani che tagliano e assemblano pietre preziose, e tramandano con passione e maestria gesti che hanno secoli di storia. Mani che mescolano la leggerezza e la spontaneità del nostro pensiero creativo”. I gioielli saranno esposti per un mese per poi approdare a Orta San Giulio a settembre. Casa del Profumo Feminis-Farina | Santa Maria Maggiore, 1-30 agosto | inaugurazione sabato 1 agosto ore 11 Contemporary Gallery di Casa Burgener | Macugnaga, via Ferdinando Imseng 3, 2-30 agosto Si tratta di una importante anteprima della grande mostra, attesa per i prossimi mesi, Fragile bellezza. L’oro e la preziosa materia dell’arte a Valenza. Una rassegna che, attraverso differenti momenti espositivi, affronta una riflessione molto ampia sui temi della fragilità e della bellezza attraverso le suggestioni dell’oro. Tradizione orafa di grandissimo valore, quella di Valenza, che si sposa con le ricchezze delle valli ossolane, l’oro delle miniere del Monte Rosa, la tradizione della Valle Vigezzo e dei suoi gioiellieri alla corte di re e regine di Francia, e la maestria creativa di Borghi e Burgener. Unwasted Project si inserisce all’interno della mostra itinerante Herbarium vagans, primo appuntamento espositivo del progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, tre anni all’insegna del disegno e dell’arte a cura di Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Associazione Culturale Asilo Bianco sul lago d’Orta.
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