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| Le donne violate, quelle maltrattate, le bambine date in spose, le vittime del mercato violento del sesso, le schiave di uomini che si professano innamorati, le prigioniere di mariti violenti, iracondi e minacciosi …
… chi sono queste donne sofferenti, dove sono nascoste e quante volte vengono mortificate?
L’attenzione sul femminicidio e sulla violenza contro le donne si è accesa negli ultimi anni grazie all’emersione dei dati sui reati contro il sesso femminile. Tali dati sono semplicemente sconcertanti: nell’anno 2012 l’Italia ha pianto 120 donne vittime di femminicidi e nei primi 6 mesi del 2013 le morti per femminicidio ammontavano già a 65.
L’orco e il “principe azzurro” si confondo e si fondono perché spesso gli assassini sono i fidanzati, divenuti anche ex, gli amanti o i mariti. La sola verità sostenibile è la denuncia:
Oggi, Lunedì 25 novembre, ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. un uomo violento non muta i suoi comportamenti ma, vissuto o caduto nella spirale della brutalità, normalmente tende a peggiorare sviluppando atteggiamenti di sempre maggiore aggressività contro la donna.
La morte non è un evento estemporaneo, il femminicidio non è una tragedia della casualità o un’invenzione, non è un attacco del male né è una parola strumentalmente usata in tv per far notizia: il femminicidio è l’epilogo ultimo e più triste della mortificazione della donna
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