La valle del Rosa

Proprietà curative del cumino

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view post Posted on 21/7/2014, 14:41
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Il cumino è una pianta già molto nota nell’antichità. Romani, Arabi e Greci ne facevano largo uso come rimedio naturale e abbondanti sono i riferimenti alle sue proprietà benefiche e curative. Appartenente alla famiglia delle Apiacae, anche detta Umbrelliferae, se ne utilizzano i frutti per le preparazioni, in prevalenza culinarie. Il suo nome scientifico è Cuminum cyminum e possiede foglie filiformi che d’estate si arricchiscono di fiori bianchi e rosa.
Il cumino era noto presso i Romani come “Carum carvi”, mentre era conosciuto dai Greci con il nome di “Karon” e dagli Arabi con quello di “Karwaia”. Largo uso di questa pianta si trova anche nella fitoterapia e nella medicina tradizionale. Ottimi effetti si riscontrano anche con l’utilizzo dei suoi fiori, spesso erroneamente definiti semi, per la preparazione di tisane e infusi. Non ultimo il cumino è anche uno degli ingredienti contenuti nella miscela di spezie in occidente nota come curry. Flavonoidi, tannini e mucillagini sono presenti nella sua composizione, così come le vitamine B1, B2, B6, B9 (acido folico), PP, C, K e i sali minerali (calcio, ferro, fosforo, magnesio, manganese, potassio, selenio e sodio). Ma quali sono le sue proprietà curative e quali i suoi usi?


Proprietà curative
Le capacità benefiche del cumino si rivolgono pressoché interamente all’apparato digerente, a cominciare dalle sue proprietà carminative. Questa pianta è utile nei casi di meteorismo postprandiale e aerofagia, in quanto aiuta a ridurre la formazione di gas intestinali. La sua azione in questo senso è assimilabile a quella garantita da anice e finocchio, rispetto alla quale risulta però leggermente meno incisiva.
Il cumino rappresenta inoltre un valido aiuto per la digestione. I suoi effetti aiutano a regolare il transito intestinale, stimolano l’assorbimento dei cibi (grazie a una maggiore produzione dei succhi gastrici) e favoriscono un naturale aumento dell’appetito. Molto utile in caso di debolezza fisica e inappetenza, il cumino può anche esser utilizzato per ridurre spasmi intestinali e nel trattamento delle coliche (specialmente sotto forma di decotto).
Preparare un decotto a base di cumino è semplice e alla portata di tutti. Una delle soluzioni cosiddette “della nonna” prevede l’impiego di 8 grammi di fiori di cumino ai quali aggiungere un pari quantitativo di semi di finocchio e 8 grammi di menta. Lasciate il tutto in infusione per circa 10 minuti e consumate due volte durante la giornata. In alternativa è possibile realizzare il proprio rimedio naturale con circa 2g di fiori essiccati di cumino lasciati riposare una decina di minuti in 200 ml d’acqua.





Alcune funzioni di questa pianta si rivelano estremamente utili per le donne. Il cumino possiede proprietà emmenagoghe, utili a favorire l’afflusso sanguigno nell’utero e a facilitare le mestruazioni. Di particolare interesse per le neo mamme può risultare la sua azione galattogoga, ovvero la capacità di far aumentare la produzione di latte.

Consigli utili e curiosità
Gli Arabi ritenevano che il cumino potesse fungere, miscelato con miele e pepe, da potente afrodisiaco. Proprietà favorevoli ai legami affettivi viste da alcune comunità italiane del canavese (Piemonte), dove le fidanzate “legavano” alla terra d’origine il proprio amato dandogli pane e vino aromatizzati con fiori di cumino. Decisamente particolari le credenze presso i Greci, che associavano il cumino non soltanto all’amicizia, ma anche all’avarizia.
In Germania il “cumino tedesco” viene utilizzato per la produzione di una bevanda alcolica denominata “Kummel”, mentre è noto il suo utilizzo anche per la preparazione di pane, dolci e formaggio. Evitate qualora lo utilizzaste in cucina di eccedere con il suo utilizzo, in quanto tende a monopolizzare il sapore finale dei piatti. A tutti rivolgiamo infine il consiglio di prestare particolare attenzione in caso di scelta del cumino come rimedio naturale, in quanto un suo quantitativo eccessivo può risultare tossico per l’organismo umano. È bene in caso di dubbio consultare il proprio medico curante per valutare insieme le dosi massime tollerabili.






 
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