La valle del Rosa

L'oro della Valle Anzasca, Luigi Rossi

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view post Posted on 5/3/2011, 19:12
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Il canonico Luigi Rossi e l'oro dell'Anzasca



Luigi Rossi (1885 /1956 ), è stato prevosto di Castiglione Ossola dal 1910 al 1930.

Nel 1928 pubblicò la guida "valle Anzasca e Monte Rosa ", un bellissimo libro che si

occupa di notizie sugli archivi parrocchiali e comunali, documenti manoscritti,

conservati nei piccoli paesi di valle.


Nella sezione dedicata alla mineralogia, il Rossi scrive ..."oro ?? ma certo, la Valle

Anzasca, cui natura volle essere prodiga di magnifici doni, ne possiede...Nella

parte inferiore della valle, eccovi i preziosi filoni comparire sui fianchi opposti

dei monti, senza che attraversino l'Anza, ma nella parte superiore, cioè oltre

il Morghen, continuano anche sotto il letto del torrente. Nelle vicinanze

di Stabioli si coltivarono diversi filoni di pirite aurifera,e specialmente nelle

miniere il "Minerone", che arricchì nel secolo XVIII il capitano Bartolomeo

Testoni, il "Cavone", una casa di talpe per gli estesi scavi, aperta da una

societa di Vallanzaschesi e poi proseguita dagli Albasini, dal dottor

Fantonetti e dal dott. Moro, la "Vena", scavata dal parroco di Ceppomorellli

Don Gatti, e la "Valletta".




...il sottosuolo di Macugnaga è il regno delle miniere ossolane. Gallerie e pozzi

abbondano a Pestarena. Nel 1750, un certo Respini ne scavò uno con molta

fortuna, ed il capitano Testoni un'altro profondissimo detto il Pozzone, una

vera cuccagna. In attività ci sono le miniere del Lavanchetto,e furono coltivate

anche in val Rossa , val Quarazza, val Moriana, Agarè.....Il Rossi prosegue

dicendo ""il campo quindi è vasto, c'è oro per tutti. L'Amoretti, nel libro

"viaggio ai tre laghi" affermava che gli abitanti di Macugnaga, per iscoprire

i filoni auriferi, nelle notti oscure e procellose stavano in luogo aperto

a guardare, se in qualche punto si vedevano fiammelle sorgere o scintille,

indizii di miniera.



(Davvero interessante questo libro , che costava 16 Lire, con impresso
il timbro a secco della parrocchia di Castiglione d'Ossola)



Edited by BODRI86 - 16/4/2014, 18:22
 
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morione
view post Posted on 5/3/2011, 20:34




Interessante Bodri; dove si può trovare questo libro?
 
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view post Posted on 5/3/2011, 21:00
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purtroppo non è più in commercio





Edited by BODRI 86 - 14/4/2012, 23:23
 
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view post Posted on 27/7/2011, 17:40
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L’oro è il metallo prezioso per eccellenza, ricercato fin dall’antichità per la
sua inalterabilità, il suo bel colore giallo e la sua rarità. La scoperta e lo
sfruttamento dei giacimenti d’oro è strettamente legata alla storia dell’uomo.




Entro i confini della Valle Anzasca c'è la più alta concentrazione di oro delle Alpi, e già al
tempo dei Romani venivano sfruttate diverse miniere. Ebel ricorda che una volta il Senato
di Roma avrebbe proibito che nelle cave della Valle Anzasca venissero impiegati più di
5000 schiavi nel lavoro delle miniere,affinché non scendesse il prezzo dell'oro




I giacimenti auriferi del Monte Rosa sono, senza dubbio, i più importanti delle
Alpi occidentali: la loro coltivazione si perde nella memoria storica.
Pestarena è stato certamente il paese più collegato alle estrazioni minerarie
Anzaschine. Qui, nel 1961, si chiuse l'ultima miniera d'oro Italiana.

Questi filoni furono sfruttati mediante miniere che si sono spinte nelle viscere
della montagna . Le difficoltà e il lungo lavoro di rimozione, sommati ai
numerosi incidenti mortali, hanno però determinato la chiusura delle miniere
di Pestarena (vicino Macugnaga),non certo per esaurimento dei filoni auriferi



Nel 1902 furono estratti dalle miniere Anzaschine 160 Kg. di oro,
e l'anno di massima produzione fu il 1948, quando vennero estratti 580 Kg di oro .



Oggi quest’epoca pionieristica e tragica la si può rivivere a Macugnaga visitando
la Miniera della Guia, la prima in Italia aperta al pubblico, che è stata trasformata
in museo e offre la possibilità di visita guidata per 1,5 Km di cunicoli dove sono
esposti gli strumenti di lavoro dei minatori



(immagini e testo di BODRI 86)



Edited by BODRI86 - 16/4/2014, 18:13
 
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view post Posted on 16/4/2014, 18:36
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"L'oro, quel prezioso e fatal metallo, premio anfibio di tanti delitti e di

tante virtù; l'oro, che l'uomo ha conosciuto, o almeno fin troppo

apprezzato pel suo male, l'oro che la provvida natura nasconde nei

nostri climi nascosto avea nelle viscere dei monti. Si, l'oro abbondante

nell'Ossola: Ve ne sono molte miniere, principalmente nella Valle

Anzasca, che da secoli e secoli furono coltivate, e che si coltivano tuttora".


Così scriveva a inizio '800 il canonico Nicolao Sottile sull'abbondanza del
metallo nobile nelle terre ossolane.


Stefano Albasini a Giacomo Gorini 16 dicembre 1810
"...ed alla fine comparisse un bon filone per farci tutti insieme ricchi marci!"


Una speranza che si faceva certezza in una terra in cui, stando al notaio

Giovanni Luigi Gorini, il prezioso e fatal metallo già dispensava agli

abitanti i propri benefici effetti

"..la trotta dell'Anza è migliore di tutte le altre, perchè nelle sabbie

dell'Anza vi è dell'oro, e quindi siccome siamo costituiti di ciò di cui

ci nutriamo, cosa più sostanziosa dell'oro?":


(tratto da "L'oro del Rosa" di Riccardo Cerri e Alessandro Zanni)

 
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