BODRI86 |
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| "L'oro, quel prezioso e fatal metallo, premio anfibio di tanti delitti e di
tante virtù; l'oro, che l'uomo ha conosciuto, o almeno fin troppo
apprezzato pel suo male, l'oro che la provvida natura nasconde nei
nostri climi nascosto avea nelle viscere dei monti. Si, l'oro abbondante
nell'Ossola: Ve ne sono molte miniere, principalmente nella Valle
Anzasca, che da secoli e secoli furono coltivate, e che si coltivano tuttora".
Così scriveva a inizio '800 il canonico Nicolao Sottile sull'abbondanza del metallo nobile nelle terre ossolane. Stefano Albasini a Giacomo Gorini 16 dicembre 1810 "...ed alla fine comparisse un bon filone per farci tutti insieme ricchi marci!" Una speranza che si faceva certezza in una terra in cui, stando al notaio
Giovanni Luigi Gorini, il prezioso e fatal metallo già dispensava agli
abitanti i propri benefici effetti
"..la trotta dell'Anza è migliore di tutte le altre, perchè nelle sabbie
dell'Anza vi è dell'oro, e quindi siccome siamo costituiti di ciò di cui
ci nutriamo, cosa più sostanziosa dell'oro?": (tratto da "L'oro del Rosa" di Riccardo Cerri e Alessandro Zanni)
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